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tra Firenze e Siena, esempio sublime di borgo medievale impreziosito da torri, circondato da una campagna da cartolina, patrimonio dell'Umanit visitato da quasi tre milioni di turisti all'anno.

Il bando per la raccolta delle manifestazioni di interesse sta per essere pubblicato da Comune e Regione Toscana, comproprietari del bene acquisito nel 2012 come primo esempio italiano di federalismo demaniale. Il complesso di San Domenico, cos si chiama, risale al 14esimo secolo ed stato un convento fino al 1787, per essere poi destinato a carcere dal 1833 fino al 1993. Da allora inutilizzato. Agli spazi coperti, 36mila metri cubi per una superficie lorda di 8.400 mq, si aggiungono orti e giardini che circondano il complesso, con vista sulla campagna e sul paesaggio toscano, fino addirittura alle Alpi Apuane.

Che cosa vogliono farne gli enti pubblici? Darlo in concessione per 40-50 anni, a condizione che il privato-concessionario lo restauri e lo valorizzi a fini turistico-culturali, in linea con quanto previsto nell'accordo firmato nell'agosto 2011 col ministero dei Beni culturali e con l'agenzia del Demanio, che stato alla base del trasferimento di propriet.

Il bando in via di pubblicazione non elenca funzioni o destinazioni ammesse o vietate, ma si limita a indicare il rispetto dei caratteri storico-artistici e segnala la redditivit che potrebbe derivare ad esempio dall'apertura al pubblico del lungo “camminamento di ronda” dell'ex carcere, che permette una vista mozzafiato sul paesaggio toscano e sulle torri del centro storico di San Gimignano. Unico vincolo, per cos dire, la necessit di coniugare la sostenibilit economica degli interventi con le esigenze di tutela e fruizione pubblica, che si dovrebbe tradurre nell'apertura al pubblico di alcune parti del complesso, magari il futuro bar-ristorante o il parco che costeggia la struttura, o – come ipotizza il Comune – gli ex locali di servizio che potrebbero essere trasformati in botteghe-laboratori artigiani. La destinazione ‘naturale', in una cittadina a forte vocazione turistica, appare naturalmente quella dell'ospitalit.

Il rebus rappresentato dagli investimenti che il concessionario dovr sostenere per riportare a nuova vita la struttura: 20-25 milioni sono quelli stimati dall'advisor del Comune, Reag Real estate, ma facile salire, anche di molto, a seconda delle funzioni e del livello qualitativo che si sceglier di realizzare. Per adesso il bando non prevede un contributo pubblico, anche se lascia la porta aperta a “eventuali apporti pubblici”.

Oltre a questo – spiega il sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi – il complesso di San Domenico pu accedere ai fondi europei sulla via Francigena e, trattandosi di bene culturale vincolato, i costi di restauro potrebbero essere recuperati fiscalmente per il 65% con l'Art Bonus.

Ora la sfida per gli enti pubblici trovare un investitore; nella trattativa si faranno aiutare dalla Fondazione Patrimonio comune, costituita dall'Anci per aiutare i Comuni nella valorizzazione del patrimonio immobiliare. La forza che abbiamo data dai numeri – afferma il sindaco Bassi – perch non frequente trovare un comune di 7.800 abitanti, a due passi dal Chianti e dalla Val d'Orcia, che ha quasi tre milioni di turisti all'anno e straordinarie potenzialit turistico-ricettive unite a grande rilevanza storica, artistica e culturale. Oltre a un nome, San Gimignano, conosciuto in mezzo mondo.

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